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TRAPANI

1. La Cattedrale di San Lorenzo

Il duomo di Trapani, o cattedrale di San Lorenzo, è situata nel centro storico della città, lungo il corso Vittorio Emanuele. La facciata della cattedrale di San Lorenzo martire è in stile barocco e presenta, nella parte inferiore, un pronao, mentre nella parte superiore ha un andamento curvilineo. L’interno della cattedrale è a croce latina, a tre navate separate da colonne tuscaniche, sei per lato, sorreggenti archi a tutto sesto.

LUOGOTrapani
DIFFICOLTA’
TURISMO Medio

2. L’Isola di Mozia

Mozia fu un’antica città fenicia, sita sull’isola di San Pantaleo, nello Stagnone di Marsala. L’isola si trova di fronte alla costa occidentale della Sicilia, tra l’Isola Grande e la terraferma. La storia della città fenicio-punica è ricavabile sia dai resti archeologici messi in luce dagli scavi, in particolare dal percorso della cinta muraria che racchiude tutta l’isola. L’ingresso alla città (Porta Nord) si articolava attraverso tre porte successive, l’asse viario che usciva dalla Porta Nord, proseguiva con una strada artificiale che collegava l’isola con il promontorio di Birgi sulla terraferma. All’interno delle mura, a poca distanza dalla Porta Nord sorge l’area sacra del santuario di Cappiddazzu dove furono rinvenute ossa di ovini e bovini, utilizzate dunque probabilmente per i sacrifici. Sulla costa settentrionale ed orientale dell’isola sono stati rinvenuti i resti di alcuni impianti destinati alla produzione e alla lavorazione di ceramica, qui è stata rinvenuta nel 1979 la statua marmorea nota come il Giovane di Mozia, attualmente conservata nel museo. La necropoli della fase arcaica si trova sulla costa settentrionale dell’isola, si tratta di una vasta zona rocciosa spianata, attraversata dalla cinta muraria, che lascia alcune tombe all’interno della città.

LUOGOMarsala
TEMPO500 Minuti
DIFFICOLTA’
TURISMO medio

3. Riserva Naturale dello Zingaro

La riserva naturale orientata dello Zingaro è un’area naturale protetta situata tra i comuni di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, nel trapanese. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea. Il territorio fu abitato da un’ultima famiglia di contadini fino a circa il 1960, nella casa che oggi è il museo dell’intreccio. Gli abitanti per trasportate le merci e l’acqua usavano i muli, oggi per il trasporto dei rifiuti e delle merci in generale, si usano sempre i muli, unico mezzo di trasporto possibile. E’ la prima riserva naturale della Sicilia, si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. La riserva dello Zingaro si dirama su tre diversi percorsi. Il Sentiero costiero è il più battuto dai visitatori e collega l’ingresso principale di Scopello a quello di San Vito Lo Capo per una durata di 2 ore. Subito dopo l’ingresso principale si attraversa una galleria, fino ad un’area attrezzata per picnic ed il Centro visitatori, sede di un piccolo Museo Naturalistico. Una deviazione conduce alle calette di Punta Capreria, due incantevoli spiaggette di ciottoli incastonate fra le rocce. Continuando sul sentiero principale si giunge a Cala del Varo, dove si trova un piccolo rifugio. La contrada Zingaro ospita alcuni caseggiati rurali. Da qui si possono facilmente raggiungere Cala della Disa e Cala Berretta. Procedendo ancora si raggiungono prima la contrada Marinella e successivamente la contrada Uzzo con le due calette. Da qui una deviazione in salita consente di raggiungere la grotta dell’Uzzo, di interesse archeologico nei pressi del quale è ubicato il Museo della Civiltà Contadina, che custodisce testimonianze del ciclo del grano ed esempi delle tecniche di intreccio delle fibre vegetali autoctone. Poco prima di raggiungere l’ingresso Nord si incontra il caseggiato della Tonnarella dell’Uzzo, sede del Museo delle Attività Marinare. Il Sentiero di mezza costa è il più panoramico e inizia dal Pizzo del Corvo, da qui il sentiero procede quasi pianeggiante sino a contrada Sughero, dove si incontrano diversi caseggiati rurali, alcuni dei quali adibiti a rifugi. Proseguendo in salita, si raggiunge Borgo Cusenza, borgo rurale, un tempo abitato da pastori e contadini, perfettamente conservato. Da qui percorrendo in discesa il Canalone delle Grotte di Mastro Peppe Siino si arriva all’uscita l’uscita. Il Sentiero Alto è senza dubbio il sentiero più impegnativo, percorrendo il sentiero di mezza costa, dopo pochi metri si incontra un sentiero che si inerpica attraverso un ripido canalone, al termine del sentiero si arriva ad un pianoro situato ai piedi del Bosco di Scardina, una zona di rimboschimento occupata da una pineta di pini d’Aleppo. Si prosegue per un sentiero in leggera salita che costeggia i caseggiati rurali di Marcato della Mennola e Marcato della Sterna e fino a raggiunge Pianello. Da Pianello il sentiero procede in linea retta lungo il confine della riserva per circa 3 km attraverso la località Salta le viti, incontrando i rilievi di Monte Speziale e Pizzo dell’Aquila. Proseguendo si arriva a Portella Mandra Nuova, un pianoro che ospita una fitta lecceta, da qui è possibile salire a Monte Passo del Lupo, sul versante orientale un agglomerato di case rurali che in passato era abitato stagionalmente dal periodo estivo fino al mese di dicembre. Nella discesa, a circa un chilometro e mezzo dal Borgo, c’è un abbeveratoio risalente al 1696. La riserva ospita circa 670 vegetali, alcuni dei quali endemici e rari, l’aspetto attualmente più peculiare della riserva è la gariga a palma nana, che caratterizza ampie zone del paesaggio costiero di contrada Zingaro. Nella riserva nidificano tantissime specie di uccelli, mammiferi, rettili e insetti. Di particolare rilevanza la fauna marina dove è nota la presenza nella riserva di un’importante biostruttura tipica del Mar Mediterraneo molto simile alle barriere coralline.

LUOGOSan Vito Lo Capo
DIFFICOLTA’
TURISMO Alto

4. Erice

Erice conserva tutto il fascino di una cittadina medievale. Il nome di Erice deriva da Eryx, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle. Il borgo è conosciuto per il castello di Venere, un castello di fattura normanna del XII secolo che sorge su una rupe isolata nell’angolo sud-orientale della vetta del Monte Erice, costruito sulle rovine di un tempio elimo-fenicio-romano. Al suo fianco vi sono le Torri del castello del Balio. Il tempio era circondato da fortificazioni, in modo da costituire una cittadella, ben distinta dalla città sottostante. Nell’alto medioevo gran parte dei resti del santuario erano andati perduti, e nell’area venne edificata una piccola chiesa dedicata a Santa Maria della Neve. La fortezza fu chiamata appunto Castello di Venere; una piccola parte delle costruzioni è tutto ciò che resta dell’antico edificio, ma alcune colonne di granito fine, ancora esistenti in altre parti della città, sono senza dubbio appartenute originariamente al tempio. Il castello era collegato al resto della vetta da un ponte levatoio, successivamente sostituito dall’attuale gradinata.

LUOGOErice
DIFFICOLTA’
TURISMO Basso

5. Castellammare del Golfo

Castellammare del Golfo è una cittadina che sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici, delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito. Basa la sua economia sul turismo, sulla viticoltura e la pesca. E’ uno dei più rinomati centri balneari della Sicilia e uno dei borghi di mare più belli d’Italia. Sul suo territorio ricadono i faraglioni di Scopello, la baia di Guidaloca, le Terme Segestane e la parte più orientale della riserva naturale orientata dello Zingaro. Di particolare interesse sono i tradizionali festeggiamenti in onore della Patrona che annualmente si svolgono dal 19 al 21 agosto e la Rievocazione storica Nostra Principalissima Patrona che si celebrava ogni due anni e narra dell’attacco al porto da parte degli inglesi, sventato, secondo la leggenda, dall’arrivo della Madonna del Soccorso. La Chiesa Madre, nata sulle fondamenta di una chiesa precedente, ha tre ordini di navate, custodisce la statua maiolicata rappresentante la Madonna del Soccorso della seconda metà del Cinquecento. Nei pressi del porto di Castellammare del Golfo sorge il cosiddetto Castello a mare, chiamato così perché fino agli anni ottanta era lambito dal mare. Lo specchio di mare antistante la torre era chiamato “vasca della regina” per indicare una vasca naturale delimitata da scogli, che la leggenda vuole fosse in uso alla regina del castello.

LUOGOCastellammare del Golfo
DIFFICOLTA’
TURISMO Medio

6. Riserva di Monte Cofano e Grotta Mangiapane

La riserva naturale orientata Monte Cofano è un’area naturale protetta situata nei comuni di Custonaci e San Vito Lo Capo che ruota attorno ad un promontorio montuoso, dalla caratteristica forma triangolare a picco sul mare, che raggiunge i 659 m di altezza. La Riserva racchiude differenti ecosistemi mediterranei, ma la vera peculiarità botanica della riserva è rappresentata dall’ambiente rupestre che ospita numerosi endemismi tra cui il cavolo di roccia e lo sparviere del Monte Cofano. Tra i punti di interesse vi sono numerose grotte, le più conosciute sono le Grotte di Scurati un antico insediamento preistorico composto da ben 9 grotte. La grotta Mangiapane, la più grande, è chiamata anche Grotta degli Uffizi. La grotta era abitata fino agli anni ’50 e apparteneva alla famiglia Mangiapane. Scavi archeologici condotti nel 2004 hanno rivelato la presenza di ceramica preistorica del Neolitico. In una seconda grotta, denominata Mangiapane II, un centinaio di metri più ad ovest, uno scavo mise in luce i resti di un focolare contenente ceramica della media età del Bronzo.

LUOGOCustonaci
DIFFICOLTA’
TURISMO Basso

7. Parco Archeologico di Segesta

Segesta fu un’antica città elima situata nella parte nord-occidentale della Sicilia. La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel territorio comunale di Calatafimi Segesta, a pochi chilometri da Castellammare del Golfo. Custodisce, all’interno del parco archeologico, un tempio in stile dorico e un teatro di età ellenistica, in parte scavato nella roccia della collina. Altri scavi hanno portato alla luce una cittadina ellenistico-romana e un borgo medievale. Questo sito archeologico è tra i meglio conservati di tutta la Sicilia, ed è di certo uno dei luoghi d’interesse culturale più suggestivi grazie al panorama visibile e alla sua posizione sul monte. E’ una delle maggiori mete del turismo culturale e paesaggistico della provincia di Trapani. Le ricerche archeologiche svolte hanno decretato che Segesta era in origine costituita da due acropoli separate. Il centro abitato non era munito di mura in quanto era difeso da due ripide pareti rocciose, a eccezione del lato sud est dove era invece presente una cinta muraria. Il tempio, denominato “Tempio Grande”, è stato costruito sulla cima di una collina a ovest della città. Sul lato lungo presenta quattordici colonne, l’attuale stato di conservazione presenta l’intero colonnato della peristasi, e si deve probabilmente al fatto che il tempio non ha mai avuto un tetto. Il teatro fu costruito sulla cima più alta del Monte Barbaro, in un sito, alle spalle dell’agorà, che era già sede di un luogo di culto molti secoli prima. Sfrutta come scenografia lo splendido panorama del mare e delle colline a perdita d’occhio.

LUOGOCalatafimi
DIFFICOLTA’
TURISMO Basso

8. San Vito Lo Capo

San Vito Lo Capo è una rinomata località balneare che sorge all’estremità ovest del golfo di Castellammare. Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l’attuale Santuario realizzata intorno al Trecento, fu una piccola cappella dedicata a San Vito martire, patrono del borgo marinaro. A San Vito vi è una spiaggia di sabbia dorata lunga tre chilometri, che ogni anno attira tantissimi turisti da tutto il mondo. La Cappella di Santa Crescenzia è un importante edificio religioso di San Vito Lo Capo che è stato costruito nel XIII secolo, in onore della nutrice di San Vito, Santa Crescenzia. Leggenda vuole che la donna sia rimasta pietrificata trasgredendo l’ordine di non voltarsi durante un evento franoso nello stesso punto in cui in seguito è sorta la cappella.

LUOGOSan Vito Lo Capo
DIFFICOLTA’
TURISMO Alto

9. Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco

La riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco è un’area naturale protetta della Sicilia istituita nel 1995, che si estende per quasi 1000 ettari nel territorio dei comuni di Trapani e Paceco. Al suo interno si esercita l’antica attività di estrazione del sale marino, inoltre, offre riparo a numerose specie di uccelli migratori. È gestita dal WWF Italia. Gran parte della Riserva è costituita da saline di proprietà privata, in cui viene tuttora praticata l’estrazione del sale secondo le tecniche tradizionali in uso da secoli. Di notevole impatto paesaggistico è la presenza di numerosi mulini a vento, utilizzati per pompare l’acqua tra i bacini, per il sollevamento dell’acqua e per la macinatura dei cristalli di sale. L’ambiente delle saline, fortemente salmastro, ospita numerose specie erbacee o arbustive adattatesi alle condizioni ambientali estreme che questa area presenta. L’area della Riserva riveste un particolare interesse ornitologico in quanto costituisce una area di sosta sulla rotta delle migrazioni verso l’Africa. Considerando sia le specie nidificanti che quelle svernanti sono state censite 208 differenti specie di uccelli, tra cui spiccano anche i fenicotteri.

LUOGOTrapani
DIFFICOLTA’
TURISMO Medio

10. Scopello

Scopello è una frazione del comune di Castellammare del Golfo famosa per i suoi faraglioni e per il suo baglio. A poca distanza dal baglio si trova Guidaloca, una baia limitata dal “Pizzo della Gnacara” e dalla “Puntazza”, al suo interno si trova una grande spiaggia a forma d’arco formata da ciottoli dove è presente una torre cilindrica risalente al XVI secolo, posta a guardia di quel tratto di costa. La tonnara di Scopello è una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia: i primi fabbricati risalgono al XIII secolo, la tonnara vera e propria fu edificata nel XV secolo da Giovanni Sanclemente, passò infinite alla famiglia Florio.

LUOGOCastellammare del Golfo
DIFFICOLTA’
TURISMO Medio

11. Riserva Naturale Foce del Fiume Belice

La riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe è un’area naturale protetta situata nel comune di Menfi. La riserva naturale della foce del fiume Belice è un’area lacustre costiera estesa per oltre 5,0 km sulla costa meridionale della Sicilia e bagnata dal Canale di Sicilia, tra Marinella di Selinunte e il promontorio di Porto Palo, mentre all’interno è delimitata dalla linea ferroviaria Castelvetrano-Porto Empedocle, dismessa tra il 1977 e il 1986, che scavalcava il fiume con un ponte in ferro, ancora oggi esistente dopo la dismissione della linea ferroviaria. Qui sbocca in mare il fiume Belice dopo un corso di 77 chilometri. La foce ha zone depresse che periodicamente vengono inondate dall’acqua salmastra. Il litorale è sabbioso ed è costellato di piccole dune che si spostano sotto l’azione dei venti. La riserva ospita una ricca avifauna, sia di tipo stanziale sia migratorio.

LUOGOMenfi
DIFFICOLTA’
TURISMO Basso

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