Itinerari a Siracusa

1) L’Isola di Ortigia
Ortigia costituisce la parte più antica della città di Siracusa, è affiancata ad est da alcuni scogli, tra cui uno più largo ma quasi interamente sommerso storicamente conosciuto come l’isola dei cani. Numerose sono le architetture religiose di Ortigia, per la maggior parte chiese cristiano-cattoliche, il duomo di Siracusa, ufficialmente Cattedrale della Natività di Maria Santissima, sorge sulla parte elevata dell’isola di Ortigia, incorporando quello che fu il principale tempio sacro in stile dorico della polis di Syrakousai, dedicato ad Atena e convertito in chiesa con l’avvento del cristianesimo. Considerata la chiesa più importante della città di Siracusa, è entrata a far parte dei beni protetti dall’UNESCO in quanto patrimonio dell’umanità. Il suo stile è all’esterno principalmente barocco e rococò, mentre al suo interno alterna parti risalenti all’epoca siceliota, poiché appartenenti al tempio greco e parti risalenti all’epoca medievale, costruite dai Normanni e così lasciate fino ai giorni attuali. La sua struttura interna è composta in diverse navate e cappelle, le quali hanno uno stile classico e decorato, tipico del barocco anch’esso. Di grande significato religioso, custodisce statue, reliquie e spoglie di santi, martiri e nobili siracusani. Il tempio di Apollo è uno dei più importanti monumenti di Ortigia ed è certamente il più antico tempio dorico dell’Occidente greco. Ad Ortigia è presente anche la Fonte Aretusa: uno specchio d’acqua nell’isola di Ortigia, sviluppatasi da uno dei tanti sfoghi della falda freatica che si trova nel siracusano, la falda che alimenta anche il fiume Ciane nel lato opposto del porto.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Alto |

2) Teatro Greco e Orecchio di Dionisio
Il Parco archeologico della Neapolis è un’area naturale colma di reperti archeologici appartenenti a più epoche della storia siracusana. Per la quantità e la rilevanza dei suoi monumenti è considerata una delle zone archeologiche più importanti della Sicilia, nonché tra le più vaste del Mediterraneo. Al suo interno è presente il Teatro greco di Siracusa, dove in epoca greca vi vennero rappresentate grandi tragedie e commedie. Ancor oggi al Teatro greco si rivivono i fasti del passato, portando in scena le tragedie greche nel periodo primavera-estate. Sotto il Teatro greco di Siracusa si trova l’Orecchio di Dionisio, o Orecchio di Dionigi, una grotta artificiale nell’antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, sotto il Teatro Greco di Siracusa. Secondo la tradizione il tiranno Dionisio fece scavare la grotta dove rinchiudeva i prigionieri e, appostandosi all’interno di una cavità superiore, ascoltava i loro discorsi. Grazie alla sua forma, l’Orecchio di Dionisio possiede caratteristiche acustiche tali da amplificare i suoni fino a sedici volte.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Medio |

3) Riserva Naturale Cavagrande del Cassibile
La riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile è un’area naturale protetta situata nei comuni di Avola, Noto e Siracusa. La Riserva è caratterizzata dal corso del fiume Cassibile e ospita diverse ricchezze sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico sia sotto il profilo archeologico ed antropologico, visto che tutta la zona è stata abitata nel corso dei millenni e ne sono rimaste notevoli testimonianze in tombe e reperti. Ciò che rende spettacolari le cave a causa dello scorrimento dei corsi d’acqua, è la morfologia del grande canyon di Cava Grande del Cassibile, il Kakyparis dei greci. Nel fondovalle si è formato un sistema di piccole cascate e laghetti, fonte di refrigerio estivo per i suoi numerosissimi frequentatori, al quale si accede per un’antica e suggestiva scala nota come La Scala Cruci. Nel versante sud si trova un complesso sistema di abitazioni scavate nella roccia, disposte una accanto all’altra su sei diversi livelli paralleli, collegati tra loro da un sistema di cunicoli e gallerie chiamato dieri di Cavagrande.
| LUOGO | Avola | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

4) Noto la Capitale del Barocco
Noto occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia, nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, insieme con le altre città tardo-barocche del Val di Noto. E’ situata nella parte sud-ovest della provincia ai piedi dei monti Iblei. La sua costa, fra Avola e Pachino, dà il nome all’omonimo golfo. Le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze e imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. Gli architetti che lavorarono a Noto si impegnarono nella realizzazione di architetture elaborate, con l’impiego di facciate concave, convesse o addirittura curvilinee. Il barocco di Noto pervade l’intera città: gli elementi barocchi non sono isolati all’interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la “perfetta città barocca”. La Basilica Cattedrale di San Nicolò: inserita nella lista mondiale dei Beni dell’Umanità dell’UNESCO è il risultato finale di un percorso di ricostruzione sette/ottocentesco a cui hanno partecipato attivamente i tre maggiori esponenti del barocco netino. L’interno della chiesa ha un impianto a croce latina ed è suddiviso in tre navate. Fra le opere di rilievo è possibile ammirare una copia dello Spasimo di Sicilia, una scultura marmorea raffigurante San Michele Arcangelo, un bassorilievo della Madonna delle Grazie, proveniente da Noto Antica. La cappella di fondo della navata destra custodisce la preziosa arca cinquecentesca in legno rivestito in lamina d’argento, finemente lavorata a sbalzo e cesello, contenente le spoglie del Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto, visibile solamente in occasione delle festività dedicate al santo nei mesi di febbraio e agosto. Altro luogo di interesse è il Palazzo Nicolaci di Villadorata: sito in via Corrado Nicolaci, dove si svolge ogni anno l’Infiorata. La sua facciata, in stile barocco, è caratterizzata da un ampio portale fiancheggiato da due grandi colonne ioniche e sormontato da un balcone, nonché da sei balconi più piccoli, sorretti da mensoloni scolpiti uno in modo diverso dall’altro, con le sembianze di leoni, bambini, centauri, cavalli alati, chimere e sirene. L’ infiorata si svolge ogni terza domenica di maggio in via Nicolaci, che viene ricoperta da un tappeto di fiori diviso in riquadri raffiguranti disegni (che cambiano di tematica ogni anno).
| LUOGO | Noto | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Alto |

5) Marzamemi
Marzamemi è una frazione del comune di Pachino, il borgo è nato attorno all’approdo, poi divenuto porto da pesca, e si è sviluppato grazie a quest’ultima attività, molto praticata ancor oggi, dotandosi anche di una tonnara, tra le più importanti della Sicilia. La tonnara di Marzamemi risale al tempo della dominazione spagnola in Sicilia e mediamente pescava circa 2000 tonni all’anno. Il nucleo della tonnara è costituito dalla piazza Regina Margherita e dal palazzo padronale, il palazzo è in pietra arenaria e sul portale è raffigurato lo stemma della famiglia Nicolaci. Nella piazza si trova la chiesetta vecchia della tonnara, costruita in pietra arenaria, con una facciata semplice ma elegante, dove svettano da una parte un piccolo campanile e dall’altro un arco. Ancora visibili il cortile arabo e le casuzze dei pescatori che attorniano piazza Regina Margherita, tra cui la casa del forno e la casa del razionale.
| LUOGO | Pachino | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Alto |

6) Riserva di Vendicari
La Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari è un’area naturale protetta sita tra Noto e Marzamemi. Particolarmente importante per la presenza di pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione degli uccelli. All’interno della Riserva vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici che testimoniano la vita dell’uomo in questi luoghi sin dall’epoca greca. È possibile trovare infatti le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce di età ellenistica, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. La Torre Sveva testimonia l’interesse strategico dell’area per la difesa della costa. Poco lontano vi è la tonnara di Vendicari, un edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera, oltre a vari stabilimenti e alle case dei pescatori! Le saline di Vendicari ebbero importanza economica per lungo tempo, certamente a supporto della tonnara per la conservazione del pesce. I primi impianti risalgono al XV secolo e, a tutt’oggi, ne restano vestigia sul Pantano Grande. Numerose sono le specie di uccelli che sostano a Vendicari, il mese di dicembre rappresenta il migliore periodo per l’osservazione degli uccelli (birdwatching).
| LUOGO | Noto | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

7) L’Area Marina protetta del Plemmirio
L’area marina protetta Plemmirio è un’area marina protetta che si trova sulla costa orientale di Siracusa ed è stata istituita nel 2004. Si sviluppa su un perimetro lungo la parte orientale della Penisola della Maddalena, con una superficie di 2.429 ettari di mare protetto. La sua punta estrema è nel capo Murro di Porco, bagnato dal golfo di Noto. Il territorio è di grande rilevanza dal punto di vista della flora e della fauna, ma anche da un punto di vista storico. Crocevia per il passaggio delle navi e dei bastimenti di Cartaginesi, Romani e Greci, l’area del Plemmirio ospita nei fondali diversi colli d’anfora e reperti di varie epoche, compresi quelli dell’ultima guerra mondiale, tra questi è stato scoperto lungo le acque della riserva il relitto di un bombardiere inglese Vickers Wellington della seconda guerra mondiale a 36 metri di profondità. L’aereo venne abbattuto alle 2 del mattino del 9 luglio 1943 durante l’operazione Husky.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

8) Portopalo di Capo Passero e Isola delle Correnti
Portopalo di Capo Passero è il comune più a sud dell’isola siciliana. Del suo territorio fanno parte l’isola di Capo Passero, a poche decine di metri dalla terraferma, e l’isola delle Correnti. La prima era un tempo una penisola, mentre la seconda tuttora lo diventa durante la bassa marea. Portopalo è bagnata dai due mari che qui hanno il loro punto di incontro: lo Ionio e il Mare di Sicilia. Sullo Ionio sorgeva un tempo il piccolo porto dove sono ancora presenti, anche se ormai quasi cadenti, le casette dei pescatori. Sull’isola di Capo Passero è presente il cosiddetto Forte di Capo Passero, voluto dal viceré di Sicilia Marcantonio Colonna. Sull’isola delle Correnti si erge un faro, dove decenni fa alloggiava il farista con la sua famiglia, di forma rettangolare, con davanti un ampio piazzale.
| LUOGO | Portopalo | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Medio |

9) Riserva Naturale di Grotta Monello
La riserva naturale integrale Grotta Monello è un’area naturale protetta situata nel territorio comunale di Siracusa e si trova nel settore orientale dell’altopiano ibleo. La riserva è stata istituita con l’obiettivo di tutelare l’eccezionale sviluppo di stalattiti e stalagmiti e la ricca fauna cavernicola identificata all’interno della grotta Monello. La Grotta Monello venne scoperta e parzialmente esplorata per la prima volta nell’autunno del 1948 da Lucio Vizzini. Durante una casuale visita a un frantoio del siracusano, aveva appreso da Sebastiano Monello (il proprietario del terreno circostante) di un inspiegabile soffio d’aria passante tra le pietre del suo oliveto. Improvvisatisi speleologi i due si calarono con una fune in una sassosa fessura tra gli ulivi, ed esplorarono una parte di un complicato sistema di bellissime grotte di cui portarono alla luce frammenti cretacei di grande interesse preistorico. L’interesse suscitato portò in seguito all’organizzazione di un’esplorazione scientifica. La fauna cavernicola è caratterizzata dalla presenza di pipistrelli segnalati nella grotta a piccoli gruppi. Entro il perimetro della Riserva ricade anche parte della Grotta del Conzo, i diversi ambienti speleologici di questa grotta restituirono diversi reperti di notevole interesse archeologico costituiti da vasi, cocci, prodotti litici e conchiglie.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

10) Riserva Naturale di Fiume Ciane e Saline di Siracusa
La Riserva naturale orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa è un’area naturale protetta istituita dalla Regione Sicilia che comprende il corso del fiume Ciane e la zona umida delle Saline alla periferia sud della città di Siracusa. La riserva è orientata alla salvaguardia del papiro lungo il corso del fiume Ciane ed alla conservazione dell’ambiente delle “Saline”. Il nome Ciane deriva dal greco e richiama il colore particolare delle acque e del papiro di queste zone. Una delle caratteristiche principali che contraddistingue l’odierna città di Siracusa è la presenza nelle sue acque salmastre della pianta di papiro egiziano, così chiamata perché deve la sua fama all’uso davvero variegato che ne fece l’antico Egitto: nota a livello mondiale per aver rappresentato il primo mezzo di supporto per la scrittura occidentale, traendo dalla pianta i fogli di papiro. Se pur provato scientificamente che il papiro di Siracusa e quello dell’Egitto appartengano al medesimo ceppo naturale, rimane molto incerta la sua comparsa nel territorio: vi è chi sostiene che il papiro siracusano sia autoctono dell’isola, e chi sostiene invece che sia stato importato dall’Egitto. Le saline situate a ridosso della città, comprendono un ambiente palustre, pianeggiante, talora a livello leggermente inferiore rispetto a quello del mare, ideale per l’attività estrattiva del sale. Le saline costituirono dal Seicento una risorsa economica di sicuro interesse, restarono in attività fino agli anni ottanta e furono in seguito abbandonate per la crisi del settore. Attualmente vi giungono due volte l’anno gli uccelli migratori per rifocillarsi e sostare. All’interno della riserva è presente un sentiero ciclopedonale ad anello di circa 12 km.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

11) Duomo di Siracusa
La Riserva naturale orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa è un’area naturale protetta istituita dalla Regione Sicilia che comprende il corso del fiume Ciane e la zona umida delle Saline alla periferia sud della città di Siracusa. La riserva è orientata alla salvaguardia del papiro lungo il corso del fiume Ciane ed alla conservazione dell’ambiente delle “Saline”. Il nome Ciane deriva dal greco e richiama il colore particolare delle acque e del papiro di queste zone. Una delle caratteristiche principali che contraddistingue l’odierna città di Siracusa è la presenza nelle sue acque salmastre della pianta di papiro egiziano, così chiamata perché deve la sua fama all’uso davvero variegato che ne fece l’antico Egitto: nota a livello mondiale per aver rappresentato il primo mezzo di supporto per la scrittura occidentale, traendo dalla pianta i fogli di papiro. Se pur provato scientificamente che il papiro di Siracusa e quello dell’Egitto appartengano al medesimo ceppo naturale, rimane molto incerta la sua comparsa nel territorio: vi è chi sostiene che il papiro siracusano sia autoctono dell’isola, e chi sostiene invece che sia stato importato dall’Egitto. Le saline situate a ridosso della città, comprendono un ambiente palustre, pianeggiante, talora a livello leggermente inferiore rispetto a quello del mare, ideale per l’attività estrattiva del sale. Le saline costituirono dal Seicento una risorsa economica di sicuro interesse, restarono in attività fino agli anni ottanta e furono in seguito abbandonate per la crisi del settore. Attualmente vi giungono due volte l’anno gli uccelli migratori per rifocillarsi e sostare. All’interno della riserva è presente un sentiero ciclopedonale ad anello di circa 12 km.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Alto |

12) Parco Archeologico della Neapolis
Il Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa è uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia e dell’intero Mediterraneo. Realizzato negli anni ’50 per proteggere i monumenti dell’antica città dall’espansione urbana, racchiude testimonianze di epoca greca e romana immerse in un ampio paesaggio verde. Il cuore del parco è il Teatro Greco, tra i più grandi del mondo antico, dove ancora oggi si svolgono le rappresentazioni classiche. Accanto si trova l’Ara di Ierone II, monumentale altare dedicato a Zeus, e poco più in là l’Anfiteatro Romano, con le sue imponenti cavee scavate nella roccia. Suggestive le Latomie, le antiche cave di pietra usate anche come prigioni: la più celebre è la Latomia del Paradiso, che custodisce l’iconico Orecchio di Dionisio, grotta dalla straordinaria acustica. Completano il percorso la Grotta del Ninfeo, legata al culto delle Muse, la Via dei Sepolcri che conduce al Santuario di Apollo Temenite, e la Necropoli delle Grotticelle, con la cosiddetta (ma non autentica) Tomba di Archimede. Inserito nel Patrimonio UNESCO, il parco unisce archeologia e natura: ulivi, carrubi e piante mediterranee accompagnano il visitatore in un itinerario che attraversa secoli di storia e rende la Neapolis uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Medio |

13) Castello Maniace
Il Castello Maniace si erge sull’estrema punta di Ortigia, a Siracusa, ed è uno dei più importanti monumenti dell’epoca sveva e tra i più noti castelli federiciani. Prende il nome dal generale bizantino Giorgio Maniace, che nel 1038 promosse la costruzione di una prima fortificazione a difesa del Porto Grande. L’attuale impianto fu voluto da Federico II di Svevia tra il 1232 e il 1239 e affidato all’architetto Riccardo da Lentini. La sua funzione fu sempre duplice: residenza imperiale e fortezza militare. Nei secoli ospitò regine e nobili, divenne prigione e sede di armate, fu teatro di assedi e di solenni cerimonie come l’armistizio di Federico d’Aragona con gli Angioini nel 1302. Subì anche tragici eventi, come l’esplosione della polveriera nel 1704 che ne compromise gran parte delle torri. Durante il periodo spagnolo e poi borbonico fu progressivamente rafforzato con bastioni e artiglierie, restando presidio strategico fino alla Seconda guerra mondiale. L’architettura è imponente: una pianta quadrata di circa 50 metri per lato con quattro torri cilindriche agli angoli e mura spesse oltre tre metri. L’ingresso, un tempo protetto da ponte levatoio, presenta un portale riccamente scolpito con figure zoomorfe e motivi floreali. All’interno, la grande sala voltata a crociera con 25 arcate ogivali resta uno degli spazi medievali più suggestivi della Sicilia. Oggi il Castello Maniace, affidato alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, è aperto al pubblico dopo un lungo restauro. È sede di mostre ed eventi culturali e continua ad affascinare per la sua storia millenaria e la sua posizione spettacolare, sospesa tra le acque del Porto Grande e il Mar Ionio.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

14) Fonte Aretusa
Alla punta estrema di Ortigia si apre la Fonte Aretusa, celebre sorgente d’acqua dolce che da secoli incanta viaggiatori e poeti. Cicerone la descriveva come “di incredibile ampiezza, piena di pesci, separata dal mare da un poderoso muro di pietra”, mentre Carlo Maria Arezzo la ricordava come fonte ricca e fortificata, capace di offrire allo stesso tempo pesci d’acqua dolce e d’acqua salata. Il mito narra che Aretusa, ninfa di Artemide, per sfuggire all’amore insistente del dio fluviale Alfeo, venne trasformata in fonte dalla dea stessa. Attraversando il sottosuolo dello Ionio, l’acqua di Aretusa riaffiorò in Ortigia; Alfeo, non disposto a rinunciare al suo amore, seguì lo stesso percorso, ricongiungendosi a lei nel Porto Grande. È questa leggenda che ha reso immortale la sorgente, celebrata da poeti come Pindaro, Virgilio, Ovidio e D’Annunzio, narrata da storici come Diodoro e Strabone, raffigurata sulle monete siracusane e persino musicata dal compositore Szymanowski. La Fonte affascinò anche Orazio Nelson, che durante la campagna contro Napoleone nel 1798 si fermò a Siracusa per rifornirsi: in una lettera scrisse che, avendo attinto ad Aretusa, la vittoria non poteva mancargli. Due anni dopo tornò accolto con onori e ricevette la cittadinanza siracusana. Nei secoli la Fonte subì trasformazioni. In origine accessibile dal mare tramite una ripida scala, si trovava fuori dalle fortificazioni cittadine e accanto a una porta chiamata Saccaria, da cui, secondo la tradizione, entrarono i Romani durante la conquista della città. Nel 1540 Carlo V la inglobò nel sistema difensivo di Ortigia; liberata nel 1847, assunse l’aspetto attuale. Oggi il belvedere che si affaccia sulla Fonte è ciò che resta dell’antico bastione ottocentesco, cornice ideale per ammirare una delle sorgenti più leggendarie e amate del Mediterraneo.
| LUOGO | Ortigia | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

15) Museo Archeologico Paolo Orsi
Il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa, oggi ospitato nella suggestiva Villa Landolina, è uno dei più importanti musei archeologici d’Europa. Intitolato al grande archeologo che più di ogni altro ha studiato e raccontato la storia della città, raccoglie testimonianze preziose che coprono un arco temporale vastissimo: dal Paleolitico all’età del Bronzo, fino alla piena epoca greca e romana. Le collezioni spaziano dalle ceramiche arcaiche ai rilievi fittili, dai corredi delle necropoli greco-sicule alle sculture di epoca classica. Tra i capolavori spicca la celebre Venere Anadiomene, detta anche Venere Landolina, raffinata statua di gusto romano-ellenistico che rappresenta una delle gemme del museo. Il percorso si arricchisce con i materiali provenienti dalle antiche colonie greche della Sicilia — da Megara Hyblea ad Akrai, da Kamarina a Kasmenai ed Eloro — oltre ai reperti dei centri indigeni ellenizzati. Dal 2010 il museo ospita anche la sala numismatica, che illustra l’evoluzione della moneta, dai primitivi mezzi di scambio fino alle emissioni romane, bizantine, arabe e normanne. Un posto speciale occupano le straordinarie monete siracusane, celebri in tutto il mondo per la raffinatezza delle incisioni dei maestri incisori Eveneto, Cimone ed Eucleidas. Accanto al monetiere è esposta una preziosa collezione di oreficerie antiche e gioielli appartenuti a nobili famiglie siciliane tra XVII e XVIII secolo. Un luogo che non smette di stupire, capace di raccontare in un unico spazio la lunga e complessa storia della Sicilia.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

16) Teatro Greco di Palazzolo Acreide
Il Teatro di Akrai, oggi Palazzolo Acreide, è uno dei gioielli archeologici della provincia di Siracusa. Costruito sul pendio naturale della collina, tra il III e il II secolo a.C., viene spesso attribuito a Gerone II, sovrano illuminato che promosse la cultura e l’arte teatrale nelle città greche di Sicilia. L’edificio, di dimensioni contenute rispetto a quello di Siracusa, ha una cavea suddivisa in nove settori da otto scalinate, con sedili addossati ai muri e un’orchestra semicircolare che avvicinava il pubblico alla scena. Quest’ultima, probabilmente in legno, era sostenuta da un basamento di grandi blocchi di pietra e ornata da colonne o pilastri. Durante l’epoca romana il teatro fu modificato: lo spazio dell’orchestra venne ridotto e la scena innalzata ed estesa, con rivestimenti più raffinati. In età bizantina perse la sua funzione originaria e fu trasformato in struttura per la lavorazione del grano. Dopo secoli di oblio, sepolto dalla vegetazione, fu riportato alla luce nel 1824 dal barone Gabriele Iudica, pioniere degli scavi a Palazzolo Acreide. Oggi il teatro, collegato all’agorà e al bouleuterion attraverso una galleria, restituisce al visitatore l’atmosfera dei drammi e delle commedie che qui venivano rappresentati, offrendo anche una magnifica vista sul paesaggio ibleo che lo circonda.
| LUOGO | Palazzolo Acreide | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

17) Centro Storico di Palazzolo Acreide
Palazzolo Acreide, affacciata sui monti Iblei e non lontana dal fiume Anapo e dalla necropoli di Pantalica, è una città barocca dalle radici greche, oggi inserita nel patrimonio UNESCO insieme alle altre città tardo barocche del Val di Noto. Fondata dai Siracusani attorno al 664 a.C. con il nome di Akrai, era considerata un avamposto strategico. Dell’antica città rimangono il teatro greco, il bouleuterion, necropoli e santuari extraurbani, oltre a resti di strade lastricate e complessi monumentali. In epoca ellenistica e romana la città si arricchì di edifici e coniò monete dedicate a Demetra. Distrutta dagli Arabi nel IX secolo, rinacque in età normanna attorno a un castello, assumendo il nome di Palatiolum, poi Palazzolo. Il terremoto del 1693 la devastò, ma dalle sue macerie nacque l’attuale centro barocco, con chiese e palazzi di straordinaria bellezza. Tra i monumenti principali spiccano le basiliche di San Sebastiano e San Paolo, entrambe riconosciute dall’UNESCO, la chiesa dell’Immacolata con una Madonna di Francesco Laurana, il castello medievale e numerosi palazzi nobiliari dai balconi scolpiti. Palazzolo è anche città di musei: dalla Casa-Museo Antonino Uccello, custode della memoria contadina siciliana, al Museo Archeologico Gabriele Judica, fino al singolare Museo dell’Informatica Funzionante. Ancora oggi, passeggiando tra le sue strade e piazze, si percepisce l’incontro tra la memoria dell’antica Akrai e lo splendore barocco che la rende una delle mete più suggestive della Sicilia sud-orientale.
| LUOGO | Palazzolo Acreide | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

18) Buccheri
Adagiato a 820 metri sul versante settentrionale del Monte Lauro, Buccheri è il comune più alto del siracusano e degli Iblei, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia. Da quassù lo sguardo spazia dall’Etna fino ai monti di Enna e Caltanissetta, regalando panorami spettacolari. Il borgo ha origini antiche: il territorio fu abitato da Siculi, Romani, Bizantini e Arabi, ma furono i Normanni a fortificarlo costruendo il castello, oggi ridotto a suggestivi ruderi. Nei secoli passò ai Paternò, agli Alaimo di Lentini e ai Montalto, mantenendo sempre un ruolo strategico. Il paese fu quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1693, conservando il fascino barocco che ancora lo caratterizza. Tra i monumenti più importanti spiccano la chiesa di Sant’Antonio Abate, con la sua scenografica scalinata, la chiesa di Santa Maria Maddalena, che custodisce una statua di Antonello Gagini, la chiesa Madre con un crocifisso ligneo del XVI secolo, e il piccolo ma suggestivo santuario della Madonna delle Grazie. Nei dintorni si trovano il santuario del SS. Crocifisso sul Monte Calvario e la chiesa di Sant’Andrea, edificata nel 1225 per volontà di Federico II, tra i più interessanti esempi di architettura religiosa sveva in Sicilia. Buccheri conserva anche tracce della sua antica cultura rurale: le neviere, grandi fosse per la raccolta della neve destinate al commercio di ghiaccio e granite fino al Novecento, e i rifugi pastorali in pietra che raccontano l’anima agropastorale degli Iblei. Oggi il borgo è rinomato soprattutto per il suo eccellente olio extravergine di oliva Tonda Iblea, che gli è valso premi internazionali e il titolo di Capitale mondiale dell’olio extravergine di qualità (2015). Negli ultimi anni Buccheri si è affermato anche come meta di turismo naturalistico ed enogastronomico, ottenendo riconoscimenti come Migliore destinazione culinaria al mondo (2021) e l’ingresso tra le Città dell’Olio (2022). Un borgo sospeso tra storia, natura e sapori autentici, che incanta con i suoi panorami e le sue tradizioni millenarie.
| LUOGO | Buccheri | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

19) Ferla
Il borgo di Ferla, immerso nel cuore degli Iblei, sorge in un contesto di straordinaria bellezza naturalistica e storica: a pochi passi si trova Pantalica, la più grande necropoli rupestre d’Europa, oggi patrimonio Unesco. Passeggiando per il centro, si incontra la suggestiva Via Sacra, su cui si affacciano eleganti palazzi e cinque delle otto chiese cittadine. Il devastante terremoto del 1693 cancellò molti elementi medievali, ma il fascino di quell’epoca rivive ancora nel quartiere delle Vecchie Carceri, con i suoi vicoli stretti, le case antiche e le grotte. Qui resistono dettagli della tradizione: le porte con l’uscio bucato per il passaggio del gatto o le piccole finestrelle per osservare senza essere visti. Ferla è anche un borgo dal forte legame con la terra, che si riflette nei prodotti tipici, autentica espressione della sua identità e delle sue radici contadine.
| LUOGO | Ferla | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

20) Sortino
Sortino si trova a 424 metri di altitudine, su una terrazza rocciosa dei Monti Iblei, circondato da vallate suggestive. La sua storia è strettamente legata alla vicina necropoli di Pantalica, il più grande complesso funerario rupestre d’Europa, dichiarato patrimonio Unesco. L’antico abitato, distrutto dal terremoto del 1693, fu ricostruito più in alto, secondo un impianto urbanistico regolare, con due assi principali che si incrociano nella scenografica piazza dei Quattro Canti, cuore del borgo barocco. Oggi Sortino è conosciuto in tutta la Sicilia e oltre per le sue eccellenze gastronomiche. Il miele di Sortino, prodotto già in epoca araba, è rinomato per la sua qualità e aroma, ingrediente fondamentale di dolci tradizionali come cuddureddi, ncanniddati, piretti e torroni. A questo si affianca il celebre pizzolo sortinese, una focaccia farcita in vari modi: dai ripieni salati con salumi, verdure e formaggi, alle versioni dolci con miele, nepita e fichi secchi. Sortino è quindi un borgo che unisce storia, natura e tradizioni culinarie, offrendo al visitatore un’esperienza autentica nel cuore degli Iblei.
| LUOGO | Sortino | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

21) Avola
Avola è una cittadina che incanta per la natura che la circonda, per la storia antica che si legge nelle sue architetture, per i suoi sapori e soprattutto per il suo mare. Qui, tra colline profumate di timo, erica e rosmarino, fioriscono ancora le orchidee selvatiche che arricchiscono il paesaggio ibleo. Il centro storico, ricostruito dopo il terremoto del 1693 secondo un impianto urbanistico esagonale unico nel suo genere, accoglie i visitatori con eleganti piazze e chiese barocche che ne raccontano il passato. Celebre in tutto il mondo è il Nero d’Avola, vino rosso corposo e intenso che porta il nome della città e che rappresenta una delle eccellenze dell’enologia siciliana. Passeggiando per il borgo non mancano le occasioni per degustarlo, accompagnato dai sapori della tradizione locale. E poi c’è il mare: la vita brulicante del porto, l’antico borgo marinaro con le rivendite di pesce fresco e la storica tonnara di Marina d’Avola, oggi silenziosa testimonianza di un’attività che per secoli ha segnato l’economia e la cultura del paese. Spiagge ampie e dorate, acque cristalline e scenari naturali incontaminati completano il fascino di questa città, rendendola una meta che unisce natura, storia e tradizione.
| LUOGO | Avola | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

22) Spiaggia di Fontane Bianche
A soli 12 km da Siracusa, Fontane Bianche è una delle località balneari più amate della costa sud-orientale della Sicilia. Deve il suo nome alle sorgenti di acqua dolce che sgorgano tra la sabbia e rendono il mare limpido e cristallino. Oggi è una vivace frazione turistica, abitata stabilmente da poche famiglie ma capace di accogliere migliaia di visitatori nei mesi estivi. Un tempo caratterizzata da masserie, vigneti e da una tonnara seicentesca, ha cambiato volto nel dopoguerra, quando divenne luogo di villeggiatura privilegiato per i siracusani. La lunga spiaggia, la più estesa del territorio, è delimitata da due costoni rocciosi che creano una baia naturale, protetta e tranquilla. Sabbia bianca e fondali bassi la rendono ideale per famiglie e bambini, ma anche per chi ama nuotare o praticare sport acquatici. Accanto all’area libera si trovano diversi lidi attrezzati, ristoranti e locali che animano la vita notturna. Non mancano una piccola chiesa, una pineta residua e il Parco Agorà, spazio verde voluto dai residenti con giochi per bambini e aree di svago. Ogni estate, inoltre, si svolge il Mercato del Contadino, con prodotti biologici del territorio. Oltre alla spiaggia sabbiosa, la zona offre anche tratti di costa rocciosa facilmente accessibili e suggestivi per chi ama la tranquillità e gli scogli. Qui sfocia anche il fiume Cassibile, che contribuisce a rendere unico l’ecosistema della baia. Ben collegata a Siracusa e al resto dell’isola tramite strada, treno e, in estate, anche con la “Barocco Line”, Fontane Bianche resta una delle mete balneari più apprezzate della Sicilia orientale, dove mare, natura e accoglienza si fondono in un’atmosfera rilassante e vivace al tempo stesso.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Medio |

23) Chiesa di San Giovanni alle Catacombe
La chiesa di San Giovanni alle Catacombe sorge nel quartiere Acradina di Siracusa, in un’area ricca di storia e suggestione. Qui, secondo la tradizione, fu sepolto San Marciano, primo vescovo della città e martirizzato nel III secolo. La chiesa, oggi in parte danneggiata dai terremoti, conserva ancora un fascino antico, lo stesso che incantava i viaggiatori del Grand Tour tra Settecento e Ottocento. Le sue origini si intrecciano con la storia di Siracusa: dapprima latomia in età greca, poi officina di vasai, quindi necropoli cristiana. Intorno al VI secolo fu edificata una basilica a tre navate sopra la cripta del santo, che accolse per secoli le reliquie del protovescovo. L’edificio subì nei secoli varie trasformazioni, dai Normanni ai Carmelitani, fino ai restauri successivi al terremoto del 1693. La parte più suggestiva resta la cripta di San Marciano, luogo venerato sia dai cattolici che dagli ortodossi. Qui, secondo la tradizione, predicò San Paolo nel 61 d.C. Si riconoscono l’altare centrale, circondato da colonne normanne ornate con i simboli degli evangelisti, e le tracce di antichi affreschi. Accanto, si estendono le catacombe di San Giovanni, risalenti al IV secolo, vaste gallerie sotterranee utilizzate fino al V secolo. Un luogo di grande fascino, dove la storia cristiana delle origini si intreccia alla spiritualità e al silenzio delle antiche necropoli siracusane.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

24) Basilica di Santa Lucia al Sepolcro
Il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro sorge nel quartiere che porta il nome della patrona di Siracusa, sul luogo dove, secondo la tradizione, la giovane martire fu uccisa durante le persecuzioni di Diocleziano nel 304. Conosciuto un tempo come Santa Lucia fuori le mura, poiché collocato extra moenia rispetto alla città, il complesso conserva ancora oggi un fascino antico e profondamente legato alla memoria della santa. La chiesa fu edificata intorno al 1100 dai Normanni e nei secoli subì varie trasformazioni: il rosone quattrocentesco, gli interventi seicenteschi – forse di Giovanni Vermexio – e il portico settecentesco attribuito a Pompeo Picherali. All’interno colpiscono il soffitto ligneo trecentesco e la colonna del martirio, simbolo della tradizione legata a Lucia. Alle spalle dell’altare si ammira una delle opere più celebri del Caravaggio, il Seppellimento di Santa Lucia (1608), tornata nel 2020 nel suo luogo originario dopo essere stata custodita per anni in un’altra chiesa della città. Accanto alla basilica si trova il Sepolcro di Santa Lucia, progettato nel Seicento da Vermexio: un tempietto ottagonale che custodisce la statua marmorea della Santa giacente, scolpita da Gregorio Tedeschi nel 1634. Secondo la tradizione popolare, durante l’assedio spagnolo del 1735 la statua avrebbe trasudato miracolosamente, segno di protezione e dolore della Patrona per la sua città. Un luogo che unisce arte, fede e memoria, meta di pellegrinaggi e centro della devozione siracusana verso la sua Santa più amata.
| LUOGO | Siracusa | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

25) Museo Del Papiro
Nel cuore di Ortigia, all’interno dell’ex convento di Sant’Agostino in via Nizza, si trova il Museo del Papiro “Corrado Basile”, un luogo unico in Europa dedicato interamente alla storia e alla cultura del papiro. Fondato nel 1987 da Corrado Basile e Anna Di Natale, e gestito dall’Istituto Internazionale del Papiro, il museo conserva e racconta una tradizione antichissima che unisce Siracusa all’Egitto e al Mediterraneo. Il percorso espositivo permette di ammirare papiri di epoca faraonica, greca e copta, manufatti in papiro – corde, stuoie, recipienti, sandali – e barche provenienti dall’Etiopia e dal lago Ciad, testimonianza della sorprendente versatilità di questa pianta. Sono esposti inoltre papiri prodotti a Siracusa dal XIX secolo, un ricco erbario proveniente da varie regioni del mondo e strumenti antichi per la scrittura. Il museo non è solo esposizione ma anche centro di ricerca e formazione: qui si svolgono studi sul DNA dei papiri, attività di restauro conservativo in collaborazione con importanti istituzioni internazionali, e programmi per la salvaguardia del papiro che cresce ancora oggi lungo il fiume Ciane e alla Fonte Aretusa. Grazie alla sua collezione e al costante impegno nella didattica e nella divulgazione, il Museo del Papiro di Siracusa è stato inserito tra i candidati al prestigioso European Museum of the Year Award. Oltre alle sale espositive, ospita laboratori, una biblioteca e la Scuola internazionale di restauro dei papiri. Un museo affascinante, dove il visitatore può anche assistere dal vivo alla lavorazione della carta di papiro, vivendo così un viaggio nel tempo che intreccia storia, mito e scienza.
| LUOGO | Ortigia | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

26) Necropoli di Pantalica
La Necropoli di Pantalica, immersa tra le vallate del fiume Anapo in provincia di Siracusa, è uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia sud-orientale. Il nome stesso, dal greco “πάντα λίθος” – tutto pietra – richiama il paesaggio aspro e roccioso che la caratterizza. Qui, nel 2005, l’Unesco ha riconosciuto un patrimonio unico al mondo, dove natura e archeologia si intrecciano in un racconto millenario. Le origini di Pantalica precedono l’arrivo dei Greci in Sicilia. Questo territorio fu abitato da popolazioni indigene che scelsero le alture e le gole per proteggersi, lasciando come eredità migliaia di tombe scavate nella roccia, a formare una vasta necropoli che si estende sulle pareti delle vallate. Un paesaggio che colpisce lo sguardo e l’immaginazione: grotte artificiali che si susseguono come alveari, memoria silenziosa di comunità che qui vissero e si svilupparono in epoca preistorica. Ma la storia di Pantalica va ancora più indietro. Le tracce umane rinvenute in quest’area lasciano pensare a insediamenti già in epoca antichissima, forse riconducibili ai primi Homo sapiens che abitarono queste terre. Camminare oggi tra i sentieri della riserva naturale significa dunque attraversare un autentico parco archeologico e paesaggistico, dove le voci del passato si fondono con la bellezza selvaggia della natura.
| LUOGO | Sortino | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

27) Solarino
Adagiato su un dolce declivio collinare nella Val d’Anapo, tra agrumeti, oliveti e macchia mediterranea, Solarino è un borgo che conserva il legame profondo con la sua storia e le sue tradizioni. Conosciuto anticamente come San Paolo Solarino, il paese richiama nel nome la tradizione che vuole l’Apostolo delle Genti di passaggio da queste terre, durante la sua sosta a Siracusa nell’anno 61 d.C. Proprio a lui è intitolata la Chiesa Madre, cuore religioso e simbolo del borgo. Il centro storico si sviluppa attorno a Piazza del Plebiscito, dove si affacciano i palazzi principali – tra cui il settecentesco Palazzo Requisenz – e il monumento ai Caduti. Passeggiando per le vie si incontrano scorci liberty, piccoli cortili e memorie del passato, mentre nei dintorni meritano una visita i luoghi legati alla tradizione paolina, come il Pozzo di San Paolo e la grotta di Cozzo Collura, ma anche la necropoli di Cava del Rivettazzo, importante testimonianza della civiltà sicula. Solarino custodisce anche un’anima popolare vivace: le feste religiose, prima fra tutte quella in onore di San Paolo Apostolo che anima il paese la prima domenica di agosto, coinvolgono l’intera comunità con processioni e riti secolari. Leggende e credenze antiche sopravvivono ancora oggi, come quella dei ciaràuli, persone che secondo la tradizione locale, nate il giorno della Conversione di San Paolo, avrebbero il dono di guarire dai morsi dei rettili. La cucina è un altro motivo di orgoglio: tra i prodotti tipici spiccano le mandorle, l’olio d’oliva D.O.P. dei Monti Iblei e il pizzolo, una gustosa focaccia farcita che racconta l’identità gastronomica di Solarino. Oggi il borgo, pur essendo il più piccolo per estensione della provincia di Siracusa, è tra i più popolosi e vivaci, forte di una storia che intreccia mito, fede e cultura popolare, e di un’economia che ha saputo riconvertirsi, mantenendo però saldo il legame con la terra e con i sapori autentici della tradizione iblea.
| LUOGO | Solarino | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |

28) Floridia
Adagiata nella fertile Valle dell’Anapo, a pochi chilometri da Siracusa, Floridia è un centro moderno ma dalle radici antiche, come testimoniano le scoperte archeologiche di Paolo Orsi, che rinvenne necropoli e reperti risalenti persino all’età micenea. Il nome del borgo richiama il legame con i fiori e con la natura rigogliosa che lo circonda. Il centro storico conserva l’impianto originario voluto dai feudatari del Seicento, con il corso Vittorio Emanuele come asse principale e la Chiesa Madre di San Bartolomeo come cuore religioso. Numerose le architetture sacre, dalla chiesa del Carmine a quella di Sant’Anna, e diversi i palazzi nobiliari, segni del passato baronale. La storia di Floridia è legata anche alla duchessa Lucia Migliaccio, ultima discendente della famiglia che resse a lungo il feudo, andata poi in sposa a Ferdinando I delle Due Sicilie. Momenti turbolenti segnarono l’Ottocento, tra epidemie, rivolte e scontri con Siracusa, fino all’Unità d’Italia, che vide la cittadina protagonista e partecipe. Oggi Floridia è un centro dinamico, con musei civici, gallerie d’arte e parchi storici. La sua economia si fonda ancora sull’agricoltura, in particolare agrumi, mandorle e olive, prodotti che raccontano l’anima autentica della Sicilia sud-orientale.
| LUOGO | Floridia | |
| DIFFICOLTA’ | ||
| TURISMO | Basso |








