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Il Cammino di San Giacomo: l’alternativa Siciliana a Santiago

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Cammino di San Giacomo

La Sicilia è una terra intrisa di storia e spiritualità, un luogo che custodisce antiche testimonianze di fede con una rete di antichi sentieri di pellegrinaggio che conducono i viaggiatori attraverso luoghi di straordinaria suggestione. Uno di questi percorsi è il Cammino di San Giacomo, un affascinante avventura che porta i viaggiatori tra borghi di pietra millenari, santuari della fede e castelli nobili. Il Cammino di San Giacomo in Sicilia è per analogia collegato al celebre cammino di Santiago in Spagna, con il quale condivide la storia del santo e le caratteristiche spirituali.

Storia del Cammino di San Giacomo

Il Cammino di San Giacomo segue le orme del santo patrono dei pellegrini, il cui culto risale ai secoli XII e XIII, quando i Normanni portarono la sua venerazione sull’isola. La leggenda narra che il Gran Conte Ruggero sognò San Giacomo durante la notte del 25 luglio, raffigurato come “Matamoros” – l’ammazza mori nella traduzione – armato di una spada con impugnatura a croce, che in seguito divenne l’insegna dell’Ordine Militare di Santiago, nota come la “spada di San Giacomo”. A Caltagirone, città della provincia di Catania famosa per le sue ceramiche, venne eretta una chiesa dedicata a San Giacomo, e il santo divenne il Patrono della città.

Tappe del Cammino di San Giacomo

Il Cammino di San Giacomo inizia proprio nella rinomata città di Caltagirone e copre un percorso di circa 130 km attraverso un territorio di valli e montagne che si snoda dal centro della Sicilia lungo sei tappe affascinanti:

Caltagirone – San Michele di Ganzaria – Mirabella Imbaccari

Dalla Chiesa di San Giacomo di Caltagirone si prosegue sulla Via Duca degli Abruzzi, dove si inizia a familiarizzare con la prima freccia del cammino. Quella freccia che vi condurrà sino a Capizzi. Dopo un chilometro di strade urbane il Cammino prosegue lungo la Statale 124 (attenzione al traffico) percorrendola per circa 3 chilometri. Troverete sul lato destro della strada l’arco di un vecchio ponte ferroviario che gli amici del cammino hanno voluto battezzare “La porta del cammino”; da lì tra gli sterrati piani e dritti ricavati da una vecchia strada ferrata si entra nel vivo del nostro cammino. Dopo 12 chilometri troviamo le indicazioni che ci porteranno a San Miche di Ganzaria, questa variante vi permetterà di riposarvi, ristoravi e timbrare la vostra credenziale presso la locale chiesa o in municipio. Vi consigliamo una breve visita di questa graziosa città le cui origini risalgono all’anno 1000 e fu dovuta, probabilmente, agli Arabi. Il casale continuò ad essere abitato anche dopo la cacciata degli Arabi e, durante la dominazione angioina, fu eretta la chiesa di San Michele Arcangelo detta anche “Fanum Gallorum”, il Tempio dei Francesi. Finita la nostra pausavisita, riprendiamo il nostro cammino fino a Mirabella Imbaccari seguendo le frecce poste lungo la vecchia strada ferrata.

Mirabella Imbaccari – Piazza Armerina

Proseguendo per il centro abitato imboccate la Via Lupi percorrendola per circa 500 metri, alla rotonda prendete la seconda uscita a destra vi troverete in Via Vecchia Ferrovia dopo circa 2 chilometri imboccate la S.P. 37/I, dopo circa un 1 km sulla vostra destra troverete l’indicazione, posta in alto, su un sentiero in terra battuta. Godetevi questi 4 chilometri di pace e silenzio. Al Km 5,9 Trovate due piccoli edifici industriali è un’acquedotto pubblico. Girate sulla sinistra una discesa sino al Vallone Quattro Teste dove dovete guadare un piccolo fiumiciattolo. Una breve salita per rimettervi sull’asfalto, voi proseguite sulla sinistra. Dopo 4 chilometri arrivati ad un incrocio continuate direzione Aidone una facile salita su asfalto per 4 km vi condurrà sino ad un incrocio, dove inizierete ad ammirare le frecce “creative” realizzate dall’artista locale Enzo Germanà siete al Km 11.1. Sarà la prima opera di arte in movimento realizzata con materiale di riciclo e donata al cammino. Il passaggio presso l’Eremo di Leano al Km 13,4 è la giusta occasione per un meritato riposo e per apprezzare la pace ed il silenzio di quei luoghi. Lasciamo l’eremo per continuare il nostro cammino: una cappella votiva al Km 15,6 vi segnalerà che siete sulla giusta strada. Lasciamo la strada secondaria per rimetterci sulla Strada Provinciale 16, percorretela per 500 metri; sulla destra della strada troverete le indicazioni con un’altra freccia “creativa”. Un ultimo sforzo su una salita per 800 mt per potere osservare lo skyline della città di Piazza Armerina. Fermatevi per rifiatare ed osservare: Il Castello Aragonese, Il Duomo, Il Collegio dei Gesuiti e tanto altro. La vostra tappa termina presso l’antica Domus Hospitalia presso la Chiesa di San Giacomo dove tanti anni fa i Cavalieri del Tau d’Altopascio ospitavano i cavalieri e pellegrini che si recavano in terra santa.

Piazza Armerina – Valguarnera

Lasciata la Domus Hospitalia del Borgo San Giacomo dopo 600 metri vi immergerete dentro la riserva. Quella che vi aspetta oggi è una giornata assoluta: ci sarete solo voi e la strada davanti. La riserva Rossomanno-Grottascura- Bellia vi farà da cornice durante tutta questa tappa. Immersa in un verde lussureggiante in alcuni tratti rivedrete la Galizia. (Regione della Spagna dove sono custodite le spoglie di San Giacomo il Maggiore a Santiago de Compostela). Questa tappa è senza dubbio tra le più belle, si attraversa un fitto bosco di eucalipti, conifere di vario genere. Il bosco durante il periodo estivo sarà il vostro grande alleato, la sua ombra vi farà camminare quasi sempre al fresco, che per un pellegrino è una grande grazia. Lungo questa tappa troverete dei luoghi simbolo del cammino. La riserva è molto frequentata dagli amanti della passeggiata, ne troverete tanti tutto l’anno. Dopo 2 Km troverete la cappella dedicata alla: “Madonna del Cammino” un sostegno spirituale per tutti gli sportivi che frequentano il bosco. Poco distanti dalla cappella iniziano le istallazioni dedicata ai: Pellegrini, Bicigrino e Ippogrini opere realizzate sempre dall’artista Enzo Germanà. Altri 6 km per potere ammirare una “creazione” della natura! I Pupi Ballerini, chiamati anche le Pietre Incantate. Queste rocce di origine calcarea modellate dal vento ricordano dei personaggi che danzano in cerchio e per questo sono i protagonisti di storie e leggende nate dalla fantasia popolare. La leggenda racconta che una notte di carnevale alcune persone intente a ballare in quel luogo siano stati trasformati in pietra. Dopo un altro chilometro la “Croce di Ferro” con i pellegrini raffigurati da alcune aste di ferro con una pietra colorata di diverso colore, dove l’artista ha voluto rappresentare il Cammino nella sua interezza. Dopo avere lasciato la vostra pietra ai piedi della croce una lunga discesa vi condurrà sino a Valguarnera.

Valguarnera – Assoro

Lasciata Valguarnera, il pellegrino ha la possibilità di leggere una preghiera affissa lungo il muro perimetrale del campo santo del paese, è un’invocazione a Maria affinché col suo sguardo amorevole assista il cammino dei viandanti. Da quel punto in poi è un susseguirsi di campi di cereali e dolci colline, che a seconda delle stagioni possono apparire come delle verdi e fluttuanti onde marine al vento di primavera, delle biondeggianti creste dorate che si illuminano al sole di giugno o delle brune e brulle colline arate in autunno e pronte a ricevere i preziosi semi di grano. Degradando verso valle si raggiunge la Piana di Dittaino, dove lo scorrere dell’omonimo fiume l’ha resa fertile nel corso dei millenni. Questa valle che vide il susseguirsi di popoli e genti nel corso della storia, adesso ospita la zona Industriale più importante dell’ennese e alcune attività agro-alimentari di pregio, dal punto di vista paesaggistico si presenta piuttosto monotona, ma diventa una tappa obbligata in quanto la presenza di un bar e di un B&B presso la Stazione ferroviaria di Dittaino che permette al pellegrino di ristorarsi. Dopo la meritata sosta si prosegue per un paio di km attraversando la zona industriale su un tratto asfaltato, dopodiché ci si inizia ad immergere nella zona di coltivazione della famosa pesca settembrina nel sacchetto, frutto dall’odore intenso e dal sapore avvolgente. Terminato il lungo rettilineo dei pescheti, ecco che inizia la scarpata che segna il passaggio dalla zona pianeggiante del fiume Dittaino a quella collinare che porterà ad Assoro. Attraversando i campi, di fronte al pellegrino, si erge come una torre ciclopica il massiccio montuoso di Monte la Stella, il quale con i suoi 901 m s.l.m. riempie l’orizzonte a nord del viandante.
Sul fianco ovest di Monte la Stella si trova l’antichissima Assoro, dove l’unico dato di poco conto è quello demografico; infatti, il centro assorino risulta abitato sin dalla preistoria, a testimoniare ciò è una “glittografia” incisa sulla parete rocciosa tra i ruderi dell’antico castello. La fondazione dell’antica Assoro si fa coincidere con l’anno 1450 A.C. dove una confederazione di Sicani, Siculi ed Elimi diedero vita al centro abitato. Sempre dal fianco ovest del massiccio montuoso il pellegrino si inerpica lungo la vecchia strada ferrata, che conduceva gli zolfatari e lo zolfo dal centro abitato sino a Dittaino. La vecchia linea ferroviaria a scartamento ridotto fu voluta dall’allora senatore e ministro Edoardo Pantano, proprio per permettere il trasporto di uomini e merci. Il percorso di un paio di km è un museo a cielo aperto di ingegneria; le gallerie, gli archi, i ponti, i muri in pietra lavorata ed intagliata minuziosamente lasciano senza fiato coloro i quali la attraversano. La tratta è emozionante sia per gli occhi che per l’animo, da qui il panorama e la natura stupiscono chiunque attraversi questi luoghi, il sinuoso e dolce percorso della vecchia ferrovia dismessa accompagna finalmente i viandanti sino all’ingresso della zona abitata di Assoro, una volta giunti qui rimane da percorrere l’ultimo tratto di strada di un paio di km sino al centro storico del paese. Assoro si presenta con due ampie piazze affacciate sul resto del paese a mo’ di belvedere, dove a farla da padrona sono il Palazzo della Signoria che fu dei Principi Valguarnera e l’antica Basilica San Leone del XII sec. La Basilica per la sua bellezza e ricchezza di stili è stata dichiarata monumento nazionale nel 1933. Altri luoghi d’interesse sono l’ex convento di Santa Maria degli Angeli con annessa chiesa, dove è custodito un affresco tardo Barocco dell’Ultima Cena e un’importante area archeologica, i ruderi del castello Svevo-Normanno dove è possibile ammirare il monte Etna in tutta la sua magnificenza. Il pellegrino che sosterà ad Assoro potrà rifocillarsi presso i bar-ristoranti della piazza centrale dove potrà degustare piatti tipici o una buona pizza godendo del bel panorama.

Assoro – Nissoria – Nicosia

Prima di lasciare Assoro, che con i suoi monumenti e l’antica Basilica San Leone ha incantato i pellegrini, questi potranno assaporare degli ottimi cornetti caldi e dolci tipici della tradizione nei bar della piazza centrale del paese. Uscendo dal centro storico e dirigendosi verso Nissoria e quindi per Nicosia, il pellegrino camminerà sull’antico tracciato ferroviario, il quale susciterà grande emozione nel viaggiatore, soprattutto nell’attraversamento dei grandi archi in pietra che sovrastano la strada provinciale sottostante. Fine opera ingegneristica di inizi ‘900, l’antico tracciato ferroviario fu costruito per volere dell’illustre senatore assorino, all’ora ministro dell’agricoltura, industria e commercio, Edoardo Pantano. Lasciata l’ex strada ferrata si costeggia un antico “bevaio” in pietra di forma esagonale, il quale raccoglie le fresche acque della sorgente Sant’Anna poco più a monte. Continuando all’interno della suggestiva gola, che delinea i due versanti calcarenitici di c.da Serre e Acquanuova, si potrà osservare prima un antichissimo palmento rupestre intagliato nella roccia e poco più avanti una Qubba dove è presente la testa dell’acqua che rifornisce i “bevai” a valle e il centro abitato di Assoro. L’attraversamento del fondo valle è suggestivo in quanto pieno di terrazzamenti e muretti a secco un tempo coltivati a vigneti, merita una sosta lungo il percorso anche la secolare quercia accanto il percorso. Circa un’ora dopo di cammino si raggiunge l’antico casale di Nysura, ovvero l’odierna Nissoria dove non si può non assaggiare un ottimo caffè e rifocillarsi di ottimo pane locale a prezzi consoni allo spirito di carità e ospitalità pellegrina. Il monumento che merita attenzione è la Chiesa di San Giuseppe la quale custodisce all’interno un affresco del Maestro e pittore Elio Romano. Proseguendo per la volta di Nicosia si incontreranno un paio di “bevai” dove ci si potrà rinfrescare e fare scorte d’acqua, immersi nel più tipico ed incantevole paesaggio dell’entroterra ennese. I campi di grano e fieno punteggiati dagli armenti, dalle greggi e da antichi ulivi secolari inizieranno a lasciare spazio a paesaggi più caratteristici dei Nebrodi, ovvero inizieranno a prevalere boschi di olivastri, querce, perastri e altri arbusti della macchia mediterranea. Prima di iniziare a scollinare verso il Fiume Salso, ad apparire sullo sfondo sarà la prorompente figura di sua maestà Etna “ A’ Mùntagna”, che contornata da bellissimi campi, dolci colline e scoscese montagne, riempirà gli occhi e l’anima del pellegrino di vera gioia che solo il creato può donare. Lasciandoci alle spalle la collina che segna lo spartiacque tra il territorio degli Erei e i Nebrodi inizia un’impegnativa e ripidissima discesa verso il fiume Salso, ed è lungo questa discesa che appare sullo sfondo la città di Nicosia, che incastonata tra le sue rupi rocciose si mostra in tutta la sua bellezza. La vista della città però inganna il pellegrino facendogli presagire un arrivo agevole e non molto impegnativo, in realtà la dura discesa e la lunga salita che si intraprende una volta lasciato il letto del fiume Salso, rendono l’ultima tratta abbastanza dura. Terminata la salita, che è un inerpicarsi tra bellissimi pascoli e la macchia mediterranea, si raggiunge la strada provinciale che finalmente conduce a Nicosia. La città dei 24 Baroni appare al pellegrino elegante, ricca di storia e degna di rispetto, i suoi monumenti e la sua bellissima Cattedrale incantano il viaggiatore che non può far altro che ammirarla. I pellegrini dopo un lungo viaggio concluderanno la loro tappa nel Convento dei frati minori cappuccini dove un’ottima accoglienza permetterà loro di ristorarsi e rifocillarsi sia nel corpo che nello spirito.

Nicosia – Capizzi

Lasciate piazza San Francesco e proseguite direzione Basilica San Nicola da Bari da lì imboccate la Via Vittorio Emanuele sino alla rotonda, una grossa scritta “Città di Nicosia” vi darà un saluto ma forse un arrivederci. Continuate sulla SS 120 svoltate a sinistra e prendete Contrada Albereto, non preoccupatevi avete sicuramente già “visto” le frecce. In contrada Albereto non rinunciate una sosta gastronomica, il caseificio lo trovate sulla strada, per gustare un’ottima mozzarella di bufala! E’ l’ultima tappa godetevela sino alla fine. Da lì a poco ad aspettarvi ci sarà la Chiesa di San Giacomo. Lasciate la contrada San Giacomo per rimettervi sulla SS 120 all’incrocio per Cerami vedrete da una piccola altura per la prima volta Capizzi, la vostra meta! Un ultimo sforzo per affrontare la salita finale ed ecco la vostra Capizzi.

Una volta giunti a Capizzi, i pellegrini che avranno percorso l’intero tragitto potranno ritirare l’Aurea Jacopea, un documento che attesta il completamento del cammino. Per ottenere questo riconoscimento, sarà necessario presentare il passaporto di viaggio con i timbri apposti ad ogni tappa.

Il Cammino di San Giacomo a piedi: immersione totale nella bellezza della Sicilia

Per coloro che cercano un’esperienza profonda e contemplativa, il camminare a piedi lungo il Cammino di San Giacomo è la scelta ideale. Questa modalità permette di entrare in contatto diretto con la terra, di scoprire dettagli nascosti lungo il percorso e di connettersi in modo autentico con la storia e la spiritualità del cammino, godendosi panorami mozzafiato e cogliendo la tranquillità dei luoghi sacri lungo il percorso.

Il Cammino di San Giacomo in bici: alternativa rapida ed efficiente

Per coloro che desiderano percorrere il Cammino di San Giacomo in modo più rapido ed efficiente, la bicicletta è un’alternativa altamente consigliata. Mountain Bike ed E-Bike si adattano perfettamente a questo tipo di percorso, abbreviando i tempi di percorrenza senza tralasciare la possibilità di assaporare la bellezza della natura, offrendo anche la possibilità di dedicare più tempo alla visita dei luoghi di interesse lungo la strada.

Il Cammino di San Giacomo per tutti: un percorso accessibile a diverse esigenze

Un aspetto straordinario del Cammino di San Giacomo è la sua accessibilità. Questo percorso può accogliere persone con diverse esigenze e abilità. Non è necessario essere completamente autonomi per affrontare questa avventura. L’itinerario offre una varietà di terreni, compresi quelli adatti alle carrozzine, consentendo alle persone con problemi motori di godere appieno della bellezza e della spiritualità di questo cammino.

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